Plastica: larve della cera possono mangiarla
Una scoperta a firma italiana: la larva della cera, un problema per gli alveari, potrebbe costituire un valido alleato nello smaltimento della plastica.

La gestione dei contenitori in plastica(bottiglie, sacchetti, pellicole ecc.) al termine del loro ciclo vitale costituisce da sempre un problema. Parte del materiale di scarto finisce in natura, con conseguenze disastrose sull’ecosistema e sulle specie che lo abitano, soprattutto quando a essere interessato è l’habitat marino.
Una possibile soluzione è quella che arriva da una ricerca condotta a livello europeo, basata sull’impiego di una larvain grado di digerire il materiale, altrimenti destinato agli impianti di riciclo, alle discariche o a un’inevitabile lunghissimo tempo per la decomposizione.
Il progetto è portato avanti in Spagna, ma la sua firma è italiana. È quella di Federica Bertocchini dell’Istituto di Biomedicina e Biotecnologia di Cantabria. Una scoperta avvenuta maneggiando letarme della cera (chiamate anche “camole del miele” o scientificamente “galleria mellonella”), che vivono come parassiti all’interno degli alveari rosicchiando il nettare prodotto dalle api.
 
Ponendo queste larve momentaneamente all’interno di un sacchetto composto dapolietilene, la ricercatrice ha visto che queste producevano dei piccoli fori sulla sua superficie, già dopo poche decine di minuti.
 
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