Dal PIL alla Felicità Interna Lorda: la lezione del Bhutan
Il Bhutan occupa il 160° posto nella classifica mondiale del PIL, che misura la ricchezza economica. Eppure i suoi abitanti sono felici, tanto che il benessere viene calcolato attraverso un indicatore chiamato "felicità interna lorda"
La felicità interna lorda o FIL è il tentativo di definire, con un evidente ammiccamento ironico, ma con altrettanto evidenti intenti sociologici, uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo(PIL).
Un esempio fondamentale dell'utilità a conoscere il proprio FIL è dato dal Bhutan, piccolo stato montuoso dell'Asia.
Questo stato già da anni adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il FIL.
I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali.
Secondo alcuni dati questo paese è uno dei più poveri dell'Asia, con un PIL pro capite di 2088 dollari.
Tuttavia, secondo un sondaggio, è anche la nazione più felice del continente e l'ottava del mondo. Gli ideatori di questo indice non mirano ad una “retrocessione”, cioè non vogliono passare per anti-tecnologici o anti-materialisti, ma il loro programma punta a migliorare l'istruzione, la protezione dell'ecosistema e a permettere lo sviluppo delle comunità locali.
È dunque per questo che ogni stato deve sì prendere in considerazione il suo PIL, ma deve anche mirare al benessere dei cittadini, quindi deve attuare, se non in modo così prevalente, l'indicatore di felicità interna lorda; perché, come abbiamo visto, sul campo del benessere dei cittadini, anche un piccolo paese può essere uno dei migliori del mondo.
Il Dalai Lama è un convinto sostenitore della FIL.
A questo proposito ha dichiarato: «Come buddhista, sono convinto che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali. Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza. Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare il raggiungimento della felicità».